Una montagna di balle in un docufilm [da Il mattino]

[da Il mattino]

di Guido Piccoli 

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Il titolo, «Una montagna di balle», è evocativo e quasi scontato. Ricorda i milioni di contenitori di immondizia, accumulati per anni in alcuni luoghi sfortunati della Campania, trasformati in inferni puzzolenti, e insieme la quantità di bugie sparse per nascondere cause ed effetti di questo disastro. Il documentario a colori di 72 minuti, che si presenta domani sera alle 20 nella sala grande del Modernissimo, è stato autoprodotto da alcuni attivisti di InsuTV, la telestreet no-profit napoletana, con la regia di Nicola Angrisano e su soggetto dello stesso Angrisano, dell’architetto Sabina Laddaga e dello scrittore Maurizio Braucci. «La molla di questo progetto è stata quella di far emergere una verità troppo spesso nascosta agli italiani, con i pregiudizi sull’inciviltà dei napoletani, quando invece nella faccenda rifiuti hanno contato soprattutto business e alleanze tra la politica, l’affarismo e la delinquenza organizzata. Volevamo contrastare soprattutto alcune approssimative analisi antropologiche e che hanno ridotto i campani a una via di mezzo tra ultrà manipolati da mafie piccole e grandi e contadini inconsapevoli» sostiene Braucci. L’idea nacque dopo l’altro documentario sull’argomento, «Biutiful cauntri», quasi a correggere la rappresentazione delle popolazioni coinvolte da discariche e inceneritori che, in quel lavoro, apparivano disperate, rassegnate e passive.

Consapevoli della difficoltà di raccontare la storia dei rifiuti in Campania ad un pubblico che di questa storia sa poco o niente o, peggio, è stato scientificamente disinformato, gli autori hanno coinvolto Ascanio Celestini (nella foto), che ha offerto la sua voce, interpretando lo speaker di una radio immaginaria che racconta le truffe consumate sulla pelle della gente e le rivolte della popolazione. «Ascanio era venuto a Chiaiano per fare uno spettacolo di sostegno ai manifestanti ed ha appoggiato subito il progetto del film», ricorda Braucci, «perché voleva capire cosa veramente fosse accaduto in Campania». «Una montagna di balle» è diventato quindi un docu-fiction (che si avvale delle musiche dell’ex 99 Posse, Marco Messina) veloce, pertinente e anche godibile, nonostante la questione drammatica trattata. Quasi un miracolo se si pensa che è stato realizzato grazie al lavoro interamente volontario e finanziato dalla prevendita di 600 dvd, pubblicizzati attraverso il passaparola su Internet. Alla prima del Modernissimo, alla quale parteciperanno, con gli autori, il magistrato del Tribunale di Santa Maria Capua a Vetere Donato Ceglie, il sociologo Antonello Petrillo e il medico ambientalista Ernesto Burgio, verrà lanciata una campagna contro il finanziamento pubblico agli inceneritori, realizzato soprattutto attraverso l’imposta del cosiddetto Cip6 sulle bollette della luce. 

Il Mattino, 13 luglio 2009

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