Rifiuti, la lunga emergenza narrata in un documentario [da Repubblica]

[da Repubblica]

di Antonio Tricomi

LA LOTTA contro discariche e inceneritori, la demagogia dei politici, l’ allarme degli studiosi, l’ analisi degli scienziati. Anni di emergenza rifiuti vengono riletti nel documentario "Una montagna di balle", che da fine marzo si potrà scaricare dal sito di Insù Tv: domenica alle 10.30 l’ anteprima al teatro Tintadirosso, a cura delle Assise di Palazzo Marigliano. La regia è di Nicola Angrisano, che l’ ha ideato insieme a Maurizio Braucci e Sabina Laddaga. La voce narrante è di Ascanio Celestini, le musiche sono di Marco Messinae Speaker Cenzou. Il film dura sessanta minuti ed è disponibile anche in inglese: da oggi chiunque è interessato potrà prenotare la propria copia sul sito www.insutv.it, dove è già possibile visionare un trailer di quattro minuti. «Abbiamo cominciato a lavorare a questo documentario poco più di un anno fa, nel pieno dell’ emergenza rifiuti», racconta Maurizio Braucci. «Con Angrisano e Laddaga abbiamo discusso a lungo, chiedendoci che tipo di lavoro potevamo fare.

Si è subito deciso che la truffa dei rifiuti doveva essere collocata sul piano nazionale, che dovevano essere chiariti gli interessi dei grandi gruppi industriali: leggi Impregilo e Fibe. Quest’ idea non riguarda soltanto il livello economico, ma anche quello politico. Andava secondo noi chiarito il ruolo della classe politica campana, centrodestra e centrosinistra, come emanazione dei grandi interessi nazionali: risale al 1997 il primo accordo di Impregilo con il governatore Rastrelli». Pur stringendo l’ obiettivo sul caso campano, Angrisano e i suoi collaboratori non perdono mai di vista lo sfondo nazionale e anzi globale della vicenda rifiuti. «La nostra regione – prosegue Braucci – diventa emblema di un fenomeno che riguarda tutto il mondo: il progetto, da parte dei grandi gruppi industriali, di utilizzare le aree povere come sversatoio. Naturalmente ciò che accade in Europa è sotto gli occhi di tutti, ma ovunque nel mondo l’ ambiente viene danneggiato con le stesse modalità». Ma al centro della scena ci sono anche i movimenti con la loro storia. «È strumentale – conclude Braucci – chiedersi come mai nessuno si opponeva quando quindici anni fai camion della camorra hanno cominciato a scaricare i rifiuti. Nel film sono presenti anche dei flashback. E viene fuori che è dagli anni Ottanta che quei movimenti hanno cominciato ad agire, pur non senza ambiguitàe contraddizioni.È anzi in quel contesto culturale che è nata la definizione di ecomafie, oggi universalmente utilizzata». – ANTONIO TRICOMI

Repubblica — 27 febbraio 2009   pagina 15   sezione: NAPOLI 

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